mercoledì 1 marzo 2017

LO SPECCHIO MAGICO E IL GIARDINO DEL TEMPO RITROVATO



In una mattina come tante nel giardino accanto al campo di atletica di Villa Gentile, a Sturla, due vecchietti si riposavano su una panchina all'ombra e parlavano, parlavano.
Chiacchierando, facevano trascorrere nell’ozio, com’è giusto che sia alla loro età, parte delle loro giornate.
Ad un tratto, quel giorno il loro sguardo cadde su uno specchio che giuravano non ci fosse sino a un momento prima lì davanti a loro. Era impolverato, pareva antico sì, ma ma non rovinato dal tempo. Appena uno dei due lo ebbe sollevato all'altezza del viso, lo specchio comincio a tingersi di un colore bluastro ed emise un suono strano, che pareva comunque provenire da un essere vivente. L’uomo stava per dire qualcosa, ma non riuscì a terminare la parola, che una potente forza centrifuga proveniente dallo specchio, lo trasportò via, assieme all’amico .
 I due furono proiettati in un luogo apparentemente diverso da quello in cui si trovavano. Sì, era anche quello un giardino, ma, a differenza dell’altro, che era triste e squallido, questo era bellissimo e pieno di vita. Era qualcosa di irreale, una sorta di Eden, di case fatte di cannucce, di tavoli e punti di ristoro in pallet , con biciclette di Lego.
Ma soprattutto c’erano tanti vecchietti come loro,sì, ma felici,  uomini e donne che lavoravano con gioia la terra o raccoglievano gli ortaggi, dagli orti, mentre i nipotini di alcuni di loro correvano gioiosi.
 Parlando con una vecchietta, seppero che quello era il “Giardino del tempo ritrovato”, realizzato su progetto di una classe di una scuola di Sturla. In quel momento uno dei due si ricordò che suo nipote Martino, l’anno prima, aveva partecipato e vinto con la sua classe un progetto della Fondazione Garrone, con un bel modellino tridimensionale, dal titolo proprio de “Il giardino del tempo ritrovato”. Capì allora che lui e l’altro erano finiti nel futuro, e che nel frattempo il Comune aveva finalmente realizzato il giardino progettato dai ragazzi.
 Probabilmente  non era passato tanto tempo, chissà uno, due anni, da quando, nel tempo reale, avevano visto lo specchio. Al di là della volontà di tornare nel loro tempo, c’era un problema immediato, l’anziano di cui parlavamo prima ricordava molto bene che quel giorno, prima di essere trasportato nel futuro, a causa dello specchio, avrebbe dovuto andare a prendere il nipote a scuola. Non poteva non andarci, Marco ci sarebbe rimasto male. Erano le 13.03, non c’era dunque molto tempo. Bisognava trovare subito quello specchio magico che li aveva trasportati in un fantastico mondo, rispettoso dell’ambiente e della sostenibilità, per tornare in quello reale. I due lo cercarono ovunque.
Lo cercarono tra gli orti verticali e quelli orizzontali, tra le pietre, tra la frutta del “Giardino del tempo ritrovato”, ma ogni sforzo sembrava vano. Sinchè finalmente l'anziano un po' più in là con gli anni trovo finalmente lo specchio.
Ripetendo l’azione precedente,compiuta quella volta  inconsapevolmente, i due vecchietti, ancora traballanti per la forza centrifuga creata dallo specchio, arrivarono nel mondo reale. Tornarono alla realtà quotidiana giusto in tempo per attendere Marco che usciva da scuola, con un'aria un po' stanca sul viso.
Il nonno e l'amico erano ansiosi di raccontargli la loro esperienza di quella mattina. Ma sicuramente, né lui , né altri avrebbero creduto a quella incredibile storia.

di MARTINO BALDI II B